venerdì 13 maggio 2011

Teppisti cromatici/2: Il Sedile comandacolore

"e allora invece della lotta politica, la coscienza di classe, tutte 'e manifestazioni e ste fessarie, bisognerebbe ricordare alla gente cos'è la bellezza, aiutarla a riconoscerla, a difenderla. è importante la bellezza: da quella scende giù tutto il resto" (i 100 passi)



Personalissima rassegna della piccola bottega degli orrori stilistici salentini: colori incongrui, scelte infelici o semplici pugni nell'occhio che gonfiano di pinnacoli moreschi e sciabolate cromatiche il volto di una terra perfetta nella sua semplicità.



Secondo teppista: il Sedile di Lecce dopo il restyling.
Per attribuirsene la paternità hanno litigato Adriana Poli Bortone e Paolo Perrone, Massimo Alfarano e Francesca Mariano: forse avrebbero fatto meglio a litigare per attribuirne la paternità all'altra parte.

Passi il candore da restauro appena terminato che lo fa sembrare di polistirolo. Passi anche (ma che fatica...) l'illuminazione drammatica da film neo-gotico e/o semi-horror. Ma quella vaga luminescenza color lampone, che ricorda tanto le mercedes con alettone posteriore e lucette led ai bordi della carena con le quali d'estate vedi scorazzare nei nostri paesi gli oriundi di ritorno dalla Svizzera, quella proprio no!



Il catalogo cromatico - va detto con obiettività - è più ricco di così: in base alle serate si può rimirare il Sedile con un'impegnativa tenuta blu cobalto o in una più sbarazzina mise verde acido.



Chi decida la variante luminosa della serata è un mistero custodito più gelosamente del sacro Graal: sarà l'assessore che comanda colore? Difficile: l'arcitifoso Alfarano avrebbe optato per un giallorosso fisso.
Oh cazzo, speriamo che ora non gli baleni l'idea...


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